Sunday, October 5, 2008

SIMULATED EFFECTS OF FIRE ON Pinus palustri

Jorge Palladino C de Lima, Universitá Della Tuscia-Dipartimento DiScienza Dell’Ambiente Forestale e Delle Sue Risorse- Viterbo/Italy
Jose Americo de Mello Filho, Federal University of Santa Maria, RGS/Brasil



ABSTRACT

To simulate effects of fire on longleaf pine (Pinus palustris), this research was realized by using manual defoliation. One of 3 defoliation levels (0%, 95% and 100%) and 1 of 5 defoliation months (August, September, October, November or December) were applied during 2001 growing season, in two locals, Aiken, South Carolina and Waycross, Georgia, US. Diameter breast height, total height, and survival were measured in 2001(untreated), December of 2003, November of 2003 and summer of 2007. By using repeated measures analysis with SPSS, the interaction between defoliation level and defoliation month was significant after four years post treatment. Results of this study indicate that fall prescribed burning, should not be used in young Longleaf pine.

Key Words: defoliation, longleaf pine, fire simulation

Saturday, July 26, 2008

UTILIZO DELLA TERRA

Metodologia per la pianificazione dell´utilizzo della terra per mezzo del processo geologico

1Juliano Andres -2Jose Américo de Mello Filho- 3Jorge Palladino C de Lima
[1] Mestrando do Programa de Pós-Graduação em Geomática da
Universidade Federal de Santa Maria – UFSM, RS.- Brazil
2Doutor, Professor Titular do Departamento de Engenharia Rural da Universidade Federal de Santa Maria – UFSM, RS. -Brazil
3PhD, Dipartimento Di Scienze Dell’Ambiente Forestale E Delle Sue Risorse, Università Della Tuscia, Italia / Universidade Federal Rural do Rio de Janeiro, Rio de Janeiro, Brasil

Riassunto

Questo lavoro ha come obiettivo quello di elaborare una proposta metodologica per pianificare l´utilizzo della terra con tecniche e analisi di Processo Geologico, avendo come area di studio il municipio di Pirapó – RS (Rio Grande do Sul, Brasile). Per lo sviluppo della ricerca abbiamo utilizzato la Sensorizzazione Remota come base per la diagnosi dell´uso della terra, oltre a applicazioni del processo geologico per la valutazione dell´utilizzo della terra potenziale e il monitoraggio dei conflitti dell´uso della terra. Sono stati rilevati sei tipi di conflitto, realizzate analisi e indicata un´alternativa per diminuire il deterioramento del suolo.
Parole chiave: Utilizzo della terra, Processo Geologico, SGI, Sensorizzazione Remota.

Introduzione
Il deterioramento del suolo é un fenomeno visibile nella superificie terrestre, essendo osservabile per mezzo di alcuni fattori, come la lisciviazione e la erosione. Il suolo deteriorato, oltre a costituire un problema naturale, diventa anche un problema sociale, infatti le aree che si trovano in un processo di deterioramento riducono la produzione dei mezzi di sussistenza indispensabili all´uomo.
Il processo di deterioramento proviene da fattori naturali che vengono intensificati dall´intervento dell´uomo. Dalla studio della dinamica degli aspetti geologici e geomorfologici, si sa che il suolo soffre la perdita di particelle in seguito all´azione delle acque dei venti, questo é un processo naturale che esiste per mantenere l´equilibrio nella sua formazione e anche nella erosione. Tuttavia, la rimozione della copertura vegetale naturale per finalizzare questa superficie ad altri usi puó accellerare tale fenomeno, quando non é previamente pianificata, in modo che la genesi del suolo sia insufficiente per riformare le particelle e gli strati perduti, nello stesso periodo di tempo.
Una delle alternative per cercare l´equilibrio tra guadagno e perdita di suolo risiede nella pianificazione dell´uso razionale della terra, dove si possono indicare limitazioni a riguardo dei pendii accentuati, del tipo di suolo, della ipsometria, della geomorfologia, tra gli altri parametri qualitativi e quantitativi.
Seguendo questo sistema di studio, l´obiettivo del presente lavoro é quello di proporre una metodologia per la pianificazione dell´uso della terra per mezzo dell´applicazione di tecniche e analisi del processo geologico, avendo come area di sperimentazione il municipio di Pirapó - RS.

CARATTERIZZAZIONE GEOGRAFICA DELL`AREA OGGETTO DI STUDIO
Il comune di Pirapó é costituito da un´area territoriale di 292 Km2, e si trova nella zona nordest dello stato di Rio Grande do Sul, Brasile, sul fuso UTM 21S, che ha come meridiano centrale 57º di longitudine est, tra le coordinate piane E di 658.500 e 684.000 m e S di 6.881.800 e 6.905.300 m. I confini del comune sono: a nord il comune di Roque Gonzales, a est il municipio Dezesseis de Novembro, a sud São Nicolau e a ovest il fiume Rio Uruguai, condiviso con la Repubblica Argentina.

ANALISI SPAZIO TEMPORALE

ANALISI SPAZIO TEMPORALE SULL`UTILIZZO DELLA TERRA PER MEZZO DELLE GEOTECN 1Juliano Andres - 2Jose Américo de Mello Filho- 3Jorge Palladino C de Lima
[1] Mestrando do Programa de Pós-Graduação em Geomática da Universidade Federal de Santa
Maria – UFSM, RS.- Brazil
2Doutor, Professor Titular do Departamento de Engenharia Rural da Universidade Federal de Santa Maria – UFSM, RS. -Brazil
3PhD, Dipartimento Di Scienze Dell’Ambiente Forestale E Delle Sue Risorse, Università Della Tuscia, Italia / Universidade Federal Rural do Rio de Janeiro, Rio de Janeiro, Brasil


RIASSUNTO
L´obiettivo di questo lavoro é quello di analizzare i cambiamenti avvenuti nell´utilizzo della terra nel municipio di Pirapó, Regione delle Missioni – Rs, negli ultimi 30 anni, con l´uso delle Geotecnologie. Attraverso immagini della Sensorizzazione Remota e applicazioni del SGI si é realizzata la diagnostica dell´Utilizzo della Terra in tre epoche distinte (1975, 1991 e 2005). Sono stati poi realizzati monitoraggi nel Processo Geologico per approfondire i cambiamenti nell´utilizzo della terra in questi periodi. Si é dimostrato che ci sono stati cambiamenti accentuati nell´utilizzo della terra, i quali si riflettono nella storia del comune.
Parole Chiave: Uso della Terra, Processo Geologico, Sensorizzazione Remota.


INTRODUZIONE
Le Geotecnologie costituiscono un congiunto di scienza e tecnica per l´analisi spaziale dei fenomeni che avvengono sopra la crosta terrestre, i quali sono stati finora utilizzati nei piú diversi campi di studio. Questa ricerca utilizza soprattutto due aree delle Geo Tecnologie: la Sensorizzazione Remota e il Geoprocesso (Processo Geologico). La Sensorizzazione Remota si riferisce alla scienza che studia la raccolta e l´utilizzo delle informazioni sulla superficie terrestre senza il contatto fisico. Il Processo Geologico riguarda il processo delle informazioni spaziali o relative alla superficie terrestre.
L´utilizzazione delle Geotecnologie permette diverse forme di analisi in una ricerca. In questo studio si utilizzano il Monitoraggio per approfondire i cambiamenti avvenuti nell´uso della terra e la Iscrizione (Assinatura) per quantificare le aree risultanti. Per mezzo di queste due analisi é possibile comprendere la dinamica dell´utilizzo della terra durante un periodo. Applicato al comune di Pirapó, é stato possibile associare questa dinamica alla storicitá dell´area di studio.



CARATTERIZZAZIONE GEOGRAFICA DELL`AREA DI STUDIO


Il comune di Pirapó possiede un´area di 292 Km2, ed é localizzato a nord est nello stato di Rio Grande do Sul, Brasile, nel fuso UTM 21S, che ha come meridiano centrale 57º di longitudine ovest, tra le coordinate piane E di 658.500 e 684.000 m e S di 6.881.800 e 6.905.300 m. Il municipio confina a nord col comune di Roque Gonzales, a est con Dezesseis de Novembro, a sud con São Nicolau e a ovest, oltre le sponde del Rio Uruguai, con la Repubblica Argentina

CIENCIAS AMBIENTAIS E FLORESTAIS

15 ANOS DE CIÊNCIAS AMBIENTAIS E FLORESTAIS
Prof Jorge Paladino Corrêa de Lima,PhD

Fazem 15 anos que começou a funcionar o Programa de Pós-Graduação em Ciências Ambientais e Florestais no Instituto de Florestas da Universidade Federal do Rio de Janeiro, em 1993.
O projeto inical desse curso foi apresentado por esforço pessoal ao IF e à UFRRJ em 1990, pois acreditava na necessidade do Instituto de Florestas em expandir sua produção científica. O título foi em função do mais avançado que tínhamos na época em Universidades de ponta nos Estados Unidos e Europa, e a proposta devido minha experiência com Universidades Americanas, previa a realização de até 50% do curso na Colorado State University, em um convênio já assinado entre as duas Universidades, no qual eu era o coordenador. Seriam disciplinas do Instituto de Florestas da UFRRJ e da Colorado Syate University, em Fort Collins, onde estive preparando o convênio no ano anterior. Infelizmente na época, o conservadorismo da administração universitária não aceitou a proposta, considerada muito ambiciosa. Hoje, como podemos ver, a própria CAPES incentiva bolsas tipo sandwich. Exatamente nos moldes da nossa proposta na época.
Em 1991 me afastei para Pós-Doutorado na Universidade da Florida, e ao voltar retomei a proposta apresentada, e refiz o projeto, abrangendo outros Institutos da UFRRJ em substituição a Colorado State University, já que o Instituto de Florestas não tinha estrutura na época para oferecer todas as disciplinas de um curso abrangente como proposto. Mas a base inicial permaneceu, um curso voltado realmente para a necessidade do estado, que seria a pesquisa florestal e ambiental . A proposta foi apresentada ao final de 1992 e aprovada finalmente. Começamos a funcionar nos primeiros meses de 1993 e devido ter idealizado o curso fui seu primeiro coordenador. Ao assumir à Direção do Instituto de Florestas em Setembro do mesmo ano, tive que deixar a cordenação do curso. Após elaborar um planejamento estratégico para o Instituto, e visando o fortalecimento da Pós-graduação, criamos a revista científica, FLORESTA e AMBIENTE.
Embora tenha saído da coordenação para a Direção do Instituto, tive que dar suporte ao Curso, fazendo constantes viagens pessoais à Brasilia, para aprovação perante a CAPES, que acabou acontecendo.
Hoje já aposentado da Universidade, vejo que realmente dentre todas medidas idealizadas e realizadas como Diretor, essas foram as mais importantes. O Curso de Pós evoluiu para o Doutorado e a Revista continua bem conceituada no meio científico. O Instituto se fortaleceu, a graduação se fortaleceu e o corpo docente ficou mais qualificado. E hoje me sinto orgulhoso desses filhos. Eles foram bem cuidados e estão sendo bem cuidados pelo Corpo Docente do Instituto de Florestas da UFRRJ. O que demonstra competência. Não adianta plantarmos uma semente, se não existe gente competente para cuidar. E o Instituto de Florestas da UFRRJ demonstrou competência nos últimos anos para cuidar e expandir a nossa Pós-Graduação em Ciências Ambientais e Florestais, a única realmente aprovada que contribui para a pesquisa voltada à conservação da natureza, conforme idealizada. Parabéns aos Docentes que continuaram a aprimorar o Curso e a Revista. A Engenharia Florestal agradece. Parece vaidade, mas não existe outra forma de agradecer aos Docentes do Instituto de Florestas por terem valorizado um trabalho que tivemos no passado. Esse trabalho todo não é mérito meu. Só relembrei como nasceu, pois muitos não conhecem a história do curso, mas todos contribuiram para o sucesso, especialmente o Prof Ricado da Siva Pereira, que foi diretor após minha retirada, e o diretor atual, Prof Heber dos Santos Abreu. As idéias e as ações iniciais foram minhas, mas não realizei sozinho. Ninguém faz nada sozinho.
Parabéns especial ao Prof HEBER DOS SANTOS ABREU, que colaborou no projeto final do curso, a Profa. SILVIA REGINA GOI , ao Prof ACACIO GERALDO DE CARVALHO, ao Prof RICARDO DA SILVA PEREIRA, ao Prof JOSÉ AMÉRICO DE MELLO FILHO, e ao Prof FRANCISCO GERSON ARAUJO que ajudaram e valorizaram o trabalho realizado na época, tanto do curso quanto da revista. Parabenizo também o atual coordenador do Curso, Prof ROBERTO CARLOS COSTA LELIS, pela evolução do curso ao Doutorado e aos demais docentes que atuaram e atuam coordenando, orientanto e oferecendo disciplinas nos ultimos anos, valorizando nossa pós-graduação. Todos deram e continuam dando sua contribuição para o sucesso do curso.
PARABÉNS AO INSTITUTO DE FLORESTAS PELOS 15 ANOS DE PÓS-GRADUAÇÃO.

Prof Jorge Paladino Corrêa de Lima, PhD
Lauria, Itália

Wednesday, May 28, 2008

MATA ATLANTICA

NATURAL REGENERATION IN AN ATLANTIC RAINFOREST FRAGMENT LOCATED IN RIO DE JANEIRO STATE, BRAZIL

1. Jorge Palladino Corrêa de Lima,PhD –USForest Service, Athens,GA/USA
2. Jose Americo de Mello Filho, Dr - Universidade Federal de Santa Maria,RGS/Brasil


The Mário Xavier National Forest is situated in Rio de Janeiro state, in the municipio of Seropédica, between latitudes 22° 42' and 22° 45' S, and between longitudes 43° 41' and 43° 44' W.

It was legally established by Federal Decree 93.369, of 08.10.1986, and is managed by IBAMA. It extends over an area of about 493 hectares.
The Mário Xavier National Forest contains one of the most important native forest fragments in the municipio of Seropédica, Rio de Janeiro state, covering an area of approximately 60 hectares. This fragment can be considered as one of the last remaining areas of Atlantic rainforest in the Guandu river floodplain.

According to the Brazilian vegetation classification proposed by the Physiognomy-Ecology System in IBGE (1992), the Atlantic forest that covered the municipio of Seropédica when it first began to be colonized was dense lowland rainforest, characterized by the presence of phanerophytes, specifically the macro-life sub-forms, and abundant meso-phanerophytes together with viburnums, other woody vines and epiphytes, thereby distinguishing it from other types of formation. The dense lowland rainforest generally occupies coastal planes covered by plio-pleistocene rock strata from the Barreiras group, together with quaternary deposits, usually situated slightly above sea level. These plateaus are formed by silting resulting from the erosion of coastal mountain ranges, and sandy inlets.
In terms of soils, this forest environment is dominated by laterites and podzols, both of which have low natural fertility.

As is well-known, secondary forests result from natural vegetative succession, which occurs following the total or partial suppression of primary vegetation as a result either of human intervention or natural causes. That forest structure contains remnants of primary vegetation, which re-emerged as the land was abandoned following crop growing and livestock use, and finally reforestation of natural wild areas (IBGE,1992). Knowledge of secondary forests, particularly in terms of their structure, botanical composition and vegetative growth, is very important for restoring degraded areas, because the process of vegetative succession has much to teach us about the natural regeneration of native forests.

In the specific case of the Seropédica municipio, secondary forest fragments are extremely valuable as the last remaining banks of germ plasm, representing the municipio’s native vegetation. As such they are immediately usable in selecting species and specimens for future reforestation projects. The aim is, therefore, to give special emphasis to an area with secondary forest cover, more specifically as regards the natural regeneration process that has operated in that area over the years, forming ecological corridors. The term “ecological corridor” or “corridor between remnants” means a strip of vegetation formed through natural regeneration or reforestation, between remnants of primary vegetation, or vegetation in a medium to an advanced stage of regeneration, capable of providing a habitat or serving as a transit area for fauna living in the forest fragments (CONAMA, 1993).

Monitoring procedures are a fundamental tool of environmental management, based on the application of theoretical foundations and geo-processing techniques.

Environmental monitoring is a resource used in geo- processing that makes it possible to study environmental changes that take place in a given area over time. Monitoring tracks the evolution of environmental phenomena that mark the land, over a given time period. At least two successive observations of the phenomenon concerned are necessary, using appropriate taxonomies. Records can be made in the form of mappings, aerial photographs, satellite images, etc.

In the specific case of a conservation unit such as the Mário Xavier national Forest, environmental monitoring is a powerful tool in the management and administration of the area. Major environmental phenomena can be monitored, including natural regeneration of vegetation, deforestation, invasions, burning, and others. Depending on the number of observations available in the time series measuring these environmental phenomena, valuable information can be obtained on the direction, intensity, speed and acceleration of the changes taking place, and even on the potential causes.

When Brazil was “discovered”, the area corresponding to today’s municipio of Seropédica was nearly 100% covered by forest (apart from a few flooded depressions, lakes and the water surface of the major rivers). The Atlantic forest extended over the entire flood plain of the river Guandu, reaching down to the mangrove swamps of Sepetiba Bay.

The story of human occupation in Seropédica, where several agricultural cycles alternated – mainly sugarcane and cassava, along with extensive livestock breeding – left almost no primitive forest cover remaining. Except for mountain slopes, there are practically no continuous areas of native forest left within the boundaries of the municipio, although secondary forest fragments occur sporadically. One of the largest and most important of these is in the Mário Xavier National Forest, thanks to the protection given to the area since 1945.

It is estimated that less than 10% of the Seropédica municipio is covered by forest today. The Mário Xavier National Forest contains the municipio’s most important native forest fragments in an area of approximately 60 hectares. This is also one of the last remaining forest fragments in the Guandu river flood plain.

The study involved large-scale environmental monitoring through geo-processing, aimed at tracking the evolution of native forest cover in the period 1964-2000, estimating the increase in vegetation resulting from natural regeneration, along with losses of forest cover within the Mário Xavier National Forest.